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La Puglia in un bicchiere

La Puglia terra baciata dal sole, bagnata dal mare, protetta dal promontorio montuoso del Gargano, porta d’Oriente da sempre aperta ed accogliente.

Chi visita la Puglia al rientro si porta un bagaglio di ricordi visivi, olfattivi e gustativi che si intrecciano in un caleidoscopio di emozioni che difficilmente lasciano chi la visita.

La Puglia enoica vanta antichissime tradizioni vinicole che si svilupparono con i Fenici ed i Greci, ne sono testimonianza molti scritti di Omero, il quale parlava di questa regione, come un luogo dell “eterna primavera” il cui clima ha consentito lo sviluppo della viticultura nei secoli.

La coltivazione della vite era già praticata fin dai tempi della colonizzazione greca nell’VIII secolo avanti Cristo. In seguito, al tempo degli antichi romani, i vini pugliesi ebbero il loro momento di massimo splendore fino alla decadenza dell’impero romano di occidente che segnò anche il declino della enologia pugliese. Solo a partire dal 1600 vi fu una rinascita della viticoltura con il ritorno di vigneti autoctoni, che vennero però poi completamente distrutti dalla fillossera sul finire del secolo XIX. Con i reimpianti è iniziata una lenta rinascita che arriva ad i giorni nostri, con numeri per la vitivicoltura pugliese davvero importanti.
Oggi la Puglia è una delle regioni italiane che produce in assoluto più vino, la sua superficie vitata è molto ampia: quasi 83 mila ettari di vigneti distribuiti su un territorio molto vasto. La principale provincia vitivinicola, Foggia, ne detiene oltre 25 mila ettari, ma l’ultima per estensione, Bari, con quasi 7.600 ettari raggiunge comunque dimensioni ragguardevoli.

Oggi la perseveranza di molti produttori ha consentito il recupero di vitigni estinti, con la successiva produzione di perle rare del panorama vitivinicolo nazionale, per citarne alcune il Sussumaniello, l’Ottavianello ed il Maruggio.

Fiore all’occhiello della regione sono le sue DOCG E DOC, che apportano una costante e continua crescita del wine business del settore export, che è cresciuto in valore di un ulteriore 6,7% nel 2018, con un aumento del 5% per i vini Doc, per le IGP del 4% e del 6% per gli spumanti; Il Primitivo e il Negroamaro si confermano ai vertici della top ten di gradimento tra i vini italiani con una crescita del 21% e del 15% dei consumi.  L’export è cresciuto in valore di un ulteriore 6,7% nel 2018, con un aumento del 5% per i vini Doc, per le IGP del 4% e del 6% per gli spumanti. La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese porta bandiera della regione Puglia in ambito internazionale. L’exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano un balzo record del + 122%, rappresentando il 40% della produzione nazionale totale dei rosati con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi quasi 2 bottiglie su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese e sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%.

Il settore vinicolo ha incrementato il suo fatturato anche grazie ad una nuova forma di business, l’enoturismo esperienziale. Migliaia di turisti da tutto il mondo visitano la regione Puglia per vivere la vendemmia, camminare tra i filari dei vigneti ed insieme a mani esperte, imparare al tagliare i grappoli, che successivamente potranno pigiare con i loro piedi ripercorrendo un antico rituale, partecipando in forma attiva alla fase di vinificazione. L’enogastronomia pugliese è in continua evoluzione e la fama internazionale della regione sta consentendo alle nuove generazioni di produttori di rinnovare ed innovare le proprie aziende proiettate al futuro.



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